Gaia scopre mezzo milione di nuove stelle nel nucleo dell’ammasso stellare Omega Centauri

Da circa 10 anni Gaia fornisce ai ricercatori dell’ESA nuove informazioni sull’universo che ci circonda, stavolta il satellite si è superato fornendoci immagini inedite di oltre mezzo milione di stella mai viste prima.

Via Lattea
All'interno dell'ammasso globulare Omega Centauri sono presenti oltre mezzo milione di stelle in più.

La missione Gaia dell’ESA aveva un obiettivo ben preciso: ottenere una mappa tridimensionale della nostra galassia, rivelandone la composizione, la formazione e l’evoluzione. Così dal 19 dicembre 2013 scansiona continuamente il cielo che la circonda sfruttando i moti di rotazione e di precessione per raggiungere il suo scopo, osservando ogni zona del cielo circa settanta volte nel corso della sua vita operativa.

In questi anni Gaia ha ottenuto dati astrometrici di oltre un miliardo di stelle con una precisione 200 volte maggiore rispetto a quella del suo predecessore Hipparcos. Inoltre, grazie alle informazioni astrofisiche sulla luminosità nelle diverse bande spettrali, permetterà di studiare nel dettaglio la formazione, la dinamica, la chimica e l’evoluzione della Via Lattea.

Gaia è stata in grado di fornirci immagini inedite

Nell’ultima release di Gaia (la DR3, Data Release 3) erano presenti dati riguardanti oltre 1,8 miliardi di stelle ma la mappa presentava ancora alcune lacune. C’erano aree del cielo particolarmente ricche di stelle che non erano state indagate a fondo, inoltre non si era ancora focalizzata l’attenzione su quelle stelle che brillavano meno delle loro vicine.

È proprio per questo motivo che si è pensato di far fare a Gaia una cosa originariamente non prevista per scopi scientifici: selezionare un ammasso stellare e invece di concentrarsi solo sulle singole stelle, come si è soliti fare, andare ad osservare una porzione di cielo più ampia attraverso una speciale modalità per mappare nei minimi dettagli una vasta zona che circonda il nucleo dell’ammasso.

Lo sguardo di Gaia si è quindi rivolto verso Omega Centauri, l’ammasso globulare più grande e più luminoso osservabile dalla Terra, situato nella nostra galassia e distante circa 18.000 anni luce da noi.

Questo ammasso è composto da diversi milioni di stelle e ora, grazie a Gaia, sappiamo che nel suo nucleo ce ne sono ben 526.587 nuove, ciò significa che nel nucleo sono presenti 10 volte più stelle di quelle che credevamo.

Alcune di queste stelle sono troppo vicine tra loro per essere misurate nella normale modalità operativa del telescopio, inoltre le stelle presenti nel nucleo di Omega Centauri sono fino a 15 volte più deboli di quelle osservate fino ad ora.

Ancora non è del tutto chiara la storia di Omega Centauri

La natura di Omega Centauri è stata a lungo dibattuta, inizialmente si pensava fosse un’unica stella nella costellazione del Centauro (motivo per cui nel 1677 Edmond Halley le diede proprio questo nome, con una lettera greca, tipico per i nomi di stelle), poi nel 1830 John Herschel capì che si trattava di un ammasso globulare, fino a che pochi anni fa alcuni ricercatori sono giunti alla conclusione che si tratti del cuore di una galassia nana che ha perso le stelle più periferiche all’interno della Via Lattea, una galassia decisamente più massiccia.

Queste ulteriori immagini ad altissima risoluzione saranno sicuramente utili per portare avanti ulteriori studi su questa galassia nana.

Inoltre, visti gli ottimi risultati ottenuti con le osservazioni del nucleo di Omega Centauri, si è deciso di far esplorare a Gaia altre 8 regioni utilizzando questa stessa modalità, eventuali risultati saranno inclusi nella Gaia Data Release 4.

Non ci resta dunque che attendere per scoprire quali nuove ed incredibili immagini riuscirà a fornirci Gaia in futuro.