Uno tsunami di un metro è poco pericoloso? Non è così, ecco perché

A seguito dell'esplosione sullo Stromboli del 4 dicembre 2022, si è verificato uno tsunami che ha raggiunto un'altezza di 1,5 metri. Era uno tsunami modesto, ma come spiega l'INGV, anche uno tsunami di 50 centimetri può essere molto pericoloso.

maremoto
Uno tsunami di piccole dimensioni è sempre uno tsunami, e può diventare molto pericoloso.

Il 4 dicembre 2022, il sistema locale di rilevamento degli tsunami a Stromboli, ideato e gestito dal LGS dell'Università di Firenze, ha fatto scattare l’allerta sull’isola. Il maremoto è stato causato da una forte esplosione avvenuta sul vulcano delle Eolie, che ha generato dei grossi flussi piroclastici finiti in acqua.

Fortunatamente lo tsunami è stato modesto e non ha provocato danni. In passato, il 30 dicembre 2002, un altro tsunami generato da una serie di frane aveva causato invece numerosi danni sulla linea di costa. In quell'occasione l'altezza raggiunta dal maremoto era stata maggiore.

Maremoto "piccolo": si può parlare di tsunami?

In queste ore i giornali e le TV italiane e di tutto il mondo hanno diffuso le notizie sullo Stromboli e sullo tsunami generato dall'eruzione, e tra le persone sono sorti alcuni dubbi, emersi sui social. Diverse persone si sono chieste se si possa parlare di tsunami anche quando l'altezza dell'onda è così ridotta rispetto agli tsunami che colpiscono il Giappone o il Cile. Altri si chiedevano se davvero un evento del genere può rappresentare un pericolo.

L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha risposto a queste domande con un articolo pubblicato sul blog "INGV terremoti".

Innanzitutto, l'INGV sottolinea che uno tsunami (o maremoto) può essere grande o piccolo, proprio accade con i terremoti, i temporali o le eruzioni vulcaniche. Anche uno tsunami di pochi centimetri, se generato per una perturbazione del mare indotta da un terremoto, da una frana o da un’eruzione vulcanica, rimane uno tsunami.

Uno tsunami di pochi centimetri, se generato per una perturbazione del mare indotta da un terremoto, da una frana o da un’eruzione vulcanica, rimane uno tsunami.

Uno tsunami di 50 centimetri può essere molto pericoloso

L'INGV sottolinea anche che uno tsunami di ampiezza pari a 50 centimetri può essere molto pericoloso, a causa della sua grande energia e della lunghezza d’onda, che lo fa essere simile a un torrente in piena.

Nelle ore successive allo tsunami del 4 dicembre, in molti sulle reti sociali hanno messo in dubbio il reale pericolo di un'onda di maremoto di 1,5 metri, dubitando sull'allerta che era stata diramata dalle autorità competenti.

Tuttavia, come informano gli esperti dell'INGV, anche onde di tsunami di poche decine di centimetri possono avere effetti importanti sulla costa, causando danni e rappresentando un pericolo per le persone. Qui sotto, il video mostra la simulazione di uno tsunami di piccole dimensioni su una persona.

In Giappone, nel gennaio del 2022, uno tsunami di pochi centimetri generò diversi danni alle imbarcazioni in un porto. Anche a seguito del maremoto del 4 dicembre a Milazzo, sulla costa della Sicilia settentrionale, sono state allontanate precauzionalmente dal porto alcune petroliere.

Tornando all'evento del 4 dicembre, a quanto si è capito finora osservando i dati delle telecamere e degli strumenti che hanno rilevato il fenomeno - informa l'INGV - lo tsunami è stato generato dall’impatto sulla superficie del mare di un flusso piroclastico piuttosto intenso, analogo a quello avvenuto all’inizio di ottobre (ma più intenso).

In questo caso, diversamente dal 9 ottobre, la soglia di attivazione è stata superata, i dati sono stati trasmessi al sistema di allerta del Dipartimento di Protezione Civile che subito dopo l’identificazione del maremoto ha diramato l'allerta, facendo suonare le sirene.

Anche il mareografo di Ginostra, appartenente alla Rete Mareografica Nazionale dell’ISPRA, ha rilevato un’anomalia. Fortunatamente, queste onde non hanno causato danni nelle zone costiere dell’isola di Stromboli né in quelle delle altre isole Eolie. Il Centro Allerta Tsunami dell'INGV sta seguendo con attenzione il fenomeno, in collaborazione con il Laboratorio di Geofisica Sperimentale dell'Università di Firenze e il Centro per il Monitoraggio delle Isole Eolie dell'INGV.

La quasi allerta tsunami del 9 novembre 2022 nell'Adriatico

Un mese fa, a seguito del terremoto di magnitudo 5,7 del 9 novembre nel Mar Adriatico, avvertito in mezza Italia, era stata attivata la procedura di allerta tsunami. In quel caso non era stata diramata un’allerta, ma un messaggio informativo. L'attivazione ha permesso di testare i sistemi di allerta.