Un terremoto su Marte fornisce informazioni importanti sulla crosta marziana

Un terremoto su Marte lo scorso anno ha permesso agli scienziati di fare nuove scoperte sulla geologia e la struttura del pianeta rosso.

Marte
La geologia e la struttura del pianeta Marte sono ancora relativamente sconosciute, ma sono state fatte nuove importanti scoperte grazie a un singolo evento sismico avvenuto nel maggio 2022

L'anno scorso, il più forte terremoto mai osservato sul Pianeta Rosso è stato catturato dal sismometro della missione Insight. Se la sua magnitudo di 4,6 della scala Richter è fino ad oggi la più grande mai misurata sul pianeta o su altri pianeti del sistema solare, questo terremoto ha permesso agli scienziati di ottenere informazioni talvolta inedite sulla struttura e la geologia interna di Marte.

Un terremoto porta nuove informazioni sulla struttura interna del pianeta Marte

Questo potente terremoto (per il pianeta Marte), si è verificato il 22 maggio 2022 ed è stato catturato dalle sonde della missione Insight, che ha completato le sue analisi del pianeta rosso lo scorso dicembre dopo essere durato 5 anni. Oltre a un'elevata magnitudo, le onde di questo terremoto hanno anche attraversato l'intero suolo marziano e hanno fatto il giro del pianeta circa 3 volte prima di dissiparsi.

Ciò ha permesso di ottenere dati sismici completi per l'intero pianeta Marte, cosa che prima non era possibile. In effetti, lo studio geologico del nostro pianeta vicino era stato effettuato fino a questo terremoto tramite lo studio degli impatti di meteoriti, che forniscono dati sismici precisi ma in modo solo puntuale e che quindi non hanno finora permesso di analizzare completamente l'interno del pianeta rosso.

Misurare le onde sismiche per conoscere l'interno del pianeta

Misurando la velocità di propagazione delle onde del terremoto del 22 maggio 2022 sul pianeta a diverse frequenze, gli scienziati sono riusciti ad ottenere una visione globale del pianeta e una panoramica della sua struttura interna. I geologi sono stati così in grado di stimare che la crosta marziana ha uno spessore medio di 42-56 km.

Per fare un confronto, lo spessore della crosta terrestre è in media da 21 a 27 km e lo spessore della crosta lunare da 34 a 43 km. Questo terremoto è stato anche in grado di rivelare che l'emisfero settentrionale di Marte ha una crosta più sottile rispetto alla sua parte meridionale.

Fino ad oggi gli scienziati pensavano che la differenza di topografia tra il Nord e il Sud del pianeta (dicotomia marziana) fosse spiegata da una diversa composizione delle rocce dei due emisferi, ma questo terremoto e i dati che ne derivano hanno rivelato che questo non è il caso, la crosta marziana è semplicemente molto più spessa nell'emisfero meridionale di Marte.

Questa scoperta è molto interessante e pone fine a una lunga discussione scientifica sull'origine e la struttura della crosta marziana.

Oltre a queste differenze di spessore della crosta marziana tra i suoi due emisferi, sono stati individuati anche forti contrasti a seconda della regione del pianeta. Gli scienziati sono stati così in grado di determinare che la crosta del pianeta rosso aveva uno spessore di soli 10 km a livello del bacino di impatto di Isidis ma che questo spessore arrivava fino a 90 km nella provincia di Tharsis (vicino al Monte Olimpo, il vulcano più alto del sistema solare).

monte olimpo marte
Il Monte Olimpo, il più grande vulcano del sistema solare, si trova in una regione dove la crosta marziana è particolarmente spessa.

Infine, lo spessore della crosta marziana la dice lunga anche su come il pianeta genera il suo calore e sulla sua storia termica. Marte non ha alcuna attività tettonica, essendo presumibilmente un pianeta a placca singola. La principale fonte di calore prodotta dal Pianeta Rosso è il decadimento degli elementi radioattivi che compongono le sue rocce come il torio, l'uranio e il potassio.

I dati hanno rivelato che dal 50 al 70% di queste fonti di calore sono sepolte nella crosta marziana, il che spiegherebbe perché ci sono regioni sotto la superficie in cui lo scioglimento delle rocce (e quindi l'attività vulcanica) è ancora presente oggi.