Appennino, è crisi per la mancanza di neve. Quando tornerà e quale futuro?

La neve è presente sulle Alpi italiane, ma scarseggia nei versanti nord Alpini e manca del tutto in Appennino. Qual è la situazione, e quali sono le prospettive e alternative per il futuro? Ecco le anticipazioni della tendenza meteo per febbraio.

questo è il paesaggio desolante che si vede in molte località nordalpine, una striscia di neve artificiale fra montagne senza neve. Va anche peggio in Appennino dove la neve a Natale è del tutto mancata e le alte temperature non consentivano l'azionamento degli appositi cannoni.

Le nevicate di fine novembre e inizio dicembre avevano fatto ben sperare gli appassionati degli sport della neve. Poi complici ondate di caldo fuori stagione con fasi di zero termico anche quasi a 4000 m o perturbazioni con aria mite con pioggia anche in quota la neve se ne è andata del tutto o quasi in molte zone di montagna Italiane, ma anche oltre le Alpi, in Spagna e in Slovenia.

Sci alpino, sci nordico di fondo, ma anche le attività più a contatto come escursionismo con ciaspole e scialpinismo ora si trovano invece in forte difficoltà, talora in pesante crisi economica. Si salvano alcune zone sudalpine, dove ancora resistono 30-40 cm di neve naturale, integrata dall’azione dell’innevamento artificiale.

Italia: Appennino in crisi per mancanza neve

Il periodo più importante dell’anno per il turismo invernale, le vacanze di Natale, ha presentato chiaro il segnale del cambiamento climatico in montagna in particolare in Appennino. In quello tosco-emiliano, nonostante gli sforzi degli operatori turistici risultava aperto un solo impianto alle pendici del Monte Cimone.

Per il resto, stazioni invernali chiuse e montagne prive di neve perfino a quote alte. Il 5 gennaio il termometro ha superato i 10°C a 2000 m. Margherite in fioritura fuori stagione nei prati al posto dei bucaneve.

Situazione simile in Appennino centrale, dove comunque qualche impianto, come a Ovindoli, è rimasto aperto per portare in quota famiglie e escursionisti, anche se non era praticabile lo sci.

Nord delle Alpi, Francia, Spagna e Slovenia in carenza neve

Grande carenza neve e temperature spesso troppo alte per azionare i sistemi di innevamento artificiale oltre le Alpi. Ad Adelboden in Svizzera si è svolto lo slalom speciale di Coppa del Mondo di Sci in una piccola striscia di neve artificiale, circondata da montagne brulle e senza neve.

Annullati quasi tutti gli eventi sportivi invernali francesi per mancanza di neve nelle Alpi e nei Pirenei. La località di Tignes è stata costretta ad annullare il Trofeo Andros, gara di auto e moto su ghiaccio, prevista il 13 e 14 gennaio.

Difficoltà anche in Slovenia e Germania. Lo slalom di Coppa del Mondo femminile di Zagabria è stato annullato a causa di "temperature elevate e vento". Le gare di Coppa del Mondo maschile prevista a Garmisch, nelle Alpi bavaresi e a bassa quota, si sono disputate su piste in deterioramento, tra montagne senza neve.

Neve scarsa anche in Spagna, nei Pirenei, informano i colleghi di Meteored, gli innevamenti "discreti" sono limitati alle cime e ad alcuni settori esposti alle circolazioni occidentali.

In Sierra Nevada la scarsa neve è limitata alle zone più alte, ed è anche già dura e con molto ghiaccio, il che rende l'arrampicata molto difficile e pericolosa.

Ecco in anteprima la tendenza per febbraio appena elaborata da Meteored su base ECMWF. Sempre più probabile che si vada verso un mancato inverno.

I cannoni da neve di nuova generazione sono la soluzione?

La situazione in corso, ormai non più definibile anomala ma sempre più ricorrente negli ultimi anni, ha indotto le associazioni di categoria a chiedere interventi di sostegno economico ed investimenti in miglioramenti con nuove tecnologie dei sistemi di innevamento programmato, così preferiscono chiamare la neve artificiale.

Senz’altro è necessario sostenere il settore, ma è bene anche ricordare che il limite fisico della temperatura di congelamento, 0°C, non è superabile con nessuna tecnologia.

è bene anche ricordare che il limite fisico della temperatura di congelamento, 0°C, non è superabile con nessuna tecnologia.

Inoltre questi sistemi richiedono ingenti prelievi idrici nonché comportano alti consumi energetici.

Scenari futuri: che fare?

La tendenza futura è chiara e purtroppo anche con gli scenari più ottimistici di stare entro un aumento di temperature di 1.5°C-2°C dell’accordo di Parigi gli impatti sul settore turismo invernale saranno pesanti.

Nelle Alpi le aree con innevamento al suolo potrebbero diminuire dal 62 all’84%. Diversi studi stimano che già nel 2030 le aree alpine sotto ai 1300 m non avrebbero garanzia di avere sufficiente innevamento. Mancano studi specifici per l’Appennino, ma è lecito stimare tale quota anche verso i 2000 metri.

Al di là delle azioni globali di mitigazione, servono dunque strategie di adattamento ma anche di riconversione, con investimenti in altra direzione, verso un turismo non più basato solo sullo sci e sport invernali.

Quando arriverà la svolta a freddo e neve?

Ora finalmente qualcosa si muove, transitano perturbazioni che mancavano da settimane. Le temperature però restano al momento non certo basse specie in Appennino. Per le previsioni puntuali a breve termine, rimandiamo ai nostri articoli previsionali.

Più a lungo termine, le tendenze per metà gennaio vedono ancora anomalie calde e le appena sfornate mappe meteored per febbraio indicano una anomalia calda di 0.5-1°C in Italia centrale e anche fino a 2°C sulle Alpi. Il che non depone a favore di un cambiamento vero verso freddo invernale.