La caravella portoghese invade il Mediterraneo, cosa sta succedendo?

Nelle ultime settimane si sono moltiplicati gli avvistamenti lungo le coste del mar Mediterraneo, l'ultimo spiaggiamento sul litorale a nord di Messina. Ecco cosa sta succedendo.

Esemplare di caravella portoghese spiaggiato a seguito di una mareggiata

Sul Mediterraneo scatta l’allarme caravella portoghese. Dopo i primi avvistamenti dei mesi scorsi, avvenuti nelle acque di Lampedusa, che si aggiungono ad altre segnalazioni provenienti dal sud della Spagna e dalla Sardegna, un altro esemplare è stato rinvenuto nei giorni scorsi sulla spiaggia di Capo Peloro, lungo l’imbocco nord dello Stretto di Messina.

Nuovi recenti avvistamenti sul Mediterraneo

A segnalarlo sono stati i biologi della società di ricerca Necton che hanno prontamente diramato un comunicato avvertendo la popolazione sui gravi rischi che si possono correre se si viene a contatto con questo animale.

Negli anni scorsi altri esemplari di Physalia physalis (il nome scientifico della caravella portoghese) sono stati trovati spiaggiati nel tratto di spiaggia di Capo Peloro, e in altre località siciliane, generalmente a seguito di mareggiate. Contrariamente a quanto si pensi la caravella portoghese non è una medusa, ma un sifonoforo.

Non si tratta cioè di un singolo organismo pluricellulare, ma dell’aggregazione di individui specializzati di quattro tipi diversi, chiamati zooplancton, collegati e fisiologicamente integrati tra loro al punto da essere reciprocamente dipendenti per la sopravvivenza. È dotata di tentacoli capaci di punture molto dolorose e pericolose per l’uomo, che in alcuni casi possono divenire pure letali.

Esemplare di caravella portoghese su una spiaggia.

Habitat e distribuzione

La caravella portoghese normalmente non frequenta i nostri mari, ma è tipica delle fasce subtropicali e tropicali dell’oceano Atlantico, e in misura minore pure del Pacifico e dell’oceano Indiano. Alcuni esemplari, pero, sono stati avvistati pure in acque molto fredde, come quelle antistanti l’Irlanda e le isole Ebridi (Scozia).

Anche se non è una specie tipica del mare Mediterraneo non sono poi così rari gli avvistamenti. Soprattutto sul Mediterraneo centro-occidentale, fra il sud della Spagna, la Sardegna e i mari che circondano la Sicilia.

Difatti molto spesso i forti venti occidentali che spirano dall’Atlantico possono spingere questi animali dentro lo Stretto di Gibilterra, fino alle coste del Mediterraneo, portandoli anche a spiaggiarsi sulle coste del murciano o sulle spiagge della Sicilia e isole limitrofe.

Raramente si rinviene un esemplare solitario. Nella maggior parte dei casi al ritrovamento di uno consegue l’avvistamento di altri nelle vicinanze, specie se in seguito a una mareggiata.

Come fanno ingresso sul Mediterraneo?

Oltre all’azione dei venti e delle correnti marine l’ingresso di questo pericoloso sifonoforo nel Mediterraneo sia stata favorita anche dall’intenso traffico commerciale. Infatti non si può escludere che l’animale sia stato trasportato, involontariamente, nella cisterna di qualche nave come avvenuto con molti micro organismi, granchi e piccoli pesci, che ora hanno colonizzato i nostri mari e fondali.

Perché è cosi pericolosa?

I tentacoli della caravella portoghese possono superare anche i 10 metri di lunghezza, che sono all’origine delle dolorosissime ustioni che può subire l’uomo in caso di contatto. II rischio in casi particolarmente estremi è anche quello dello shock anafilattico potenzialmente mortale in alcuni soggetti.

La caravella portoghese si muove lentamente, sotto la spinta di venti e correnti, ma può arrivare a percorrere anche oltre 10 miglia al giorno, e la sua presenza in Mediterraneo potrebbe, in parte, essere causata dai cambiamenti climatici.

In caso di contatto con una parte del corpo, si consiglia di recarsi immediatamente al pronto soccorso più vicino, non essendo la sua ustione gestibile in autonomia come quella di una comune medusa mediterranea.