Entro il 2050 un forte El Niño sull'oceano Indiano, quali conseguenze?

Entro il 2050 sull’oceano Indiano potrebbe verificarsi un grande evento di “El Niño” che rischia di avere pesantissime ripercussioni a livello mondiale, con gravi inondazioni in Africa orientale, e una lunga fase siccitosa che potrebbe colpire l’area indo-australiana.

Un evento alluvionale nel sud California favorito da El Nino

El Niño è un fenomeno climatico periodico che provoca un forte riscaldamento delle acque dell'oceano Pacifico equatoriale, nel tratto antistante le coste peruviane nei mesi di dicembre e gennaio. Questo fenomeno in genere si verifica in media ogni cinque anni, con un periodo statisticamente variabile fra i 3 e i 7 anni.

Lo sviluppo di “El Niño”

Il fenomeno di “El Niño” viene accompagnato dalla Southern Oscillation, nel Pacifico meridionale, che genera una totale inversione dei venti nei bassi strati, che invece di soffiare da est verso ovest spireranno sostenuti da Ovest verso Est, spingendo le calde acque della contro corrente equatoriale, non più bloccata dagli Alisei, verso l’America centrale e le coste sud-americane, alimentando il potenziale convettivo sul settore centro-orientale del Pacifico equatoriale.

La decisa propagazione della calda contro corrente equatoriale fino all’Ecuador e alla costa peruviana e del nord del Cile, oltre a far scaldare in modo davvero consistente questo tratto di oceano, contribuisce a far schizzare l’attività convettiva, portando piogge molto più abbondanti del solito su tutta la costa occidentale del continente americano.

In particolare lì dove si concentrano le maggiori anomalie termiche positive oceaniche, come sulla costa peruviana, ecuadoriana e lungo tutto il settore costiero dell’America centrale affacciato al Pacifico, da Panama fino a Messico e alla costa californiana.

Conseguenze del fenomeno di “El Niño”

La formazione di “El Nino” ha sempre pesantissime ripercussioni climatiche, contribuendo a determinare un conseguente aumento delle temperature medie a livello globale, con gravi siccità in Australia e rischio di tempeste e inondazioni lungo le coste occidentali del continente americano, dalla British Columbia fino alla costa cilena.

Un nuovo potente “El Niño” atteso pure sull’oceano Indiano

Un nuovo studio pubblicato su “Science Advances”, da un gruppo di ricercatori dell'Università del Texas a Austin, prevede che entro il 2050 sull’oceano Indiano potrebbe verificarsi un grande evento di “El Niño” che rischia di avere pesantissime ripercussioni a livello mondiale, con gravi inondazioni in Africa orientale, e una lunga fase siccitosa che potrebbe colpire l’area indo-australiana.

Correlazioni con il Global Warming

In sostanza, il modello mostra che il riscaldamento globale potrebbe cambiare gli schemi di variazione delle temperature superficiali dell'oceano Indiano. Attualmente questo oceano subisce lievi variazioni climatiche di anno in anno perché i venti prevalenti soffiano dolcemente da Ovest a Est, mantenendo stabili le condizioni dell'oceano.

Secondo le simulazioni, il riscaldamento globale potrebbe invertire la direzione di questi venti, destabilizzando l'oceano e determinando cicli di riscaldamento e raffreddamento molto più intensi di quelli attuali, come peraltro già emerso in numerosi studi condotti finora.

Il risultato sarebbe il manifestarsi di nuovi picchi climatici in tutta la regione e l’alterazione o l’interruzione dei monsoni sull'Africa orientale e sull'Asia. La preoccupazione dei ricercatori è che tutto questo potrebbe riflettersi in maniera negativa sulle popolazioni che dipendono dalla regolarità delle piogge annuali per l’approvvigionamento di cibo.

"La nostra ricerca mostra che l'aumento o il calo della temperatura media globale di pochi gradi fa sì che l'Oceano Indiano si comporti esattamente come gli altri oceani tropicali, con temperature superficiali meno uniformi lungo tutto l'equatore, un clima più variabile e infine un vero e proprio fenomeno El Niño", ha commentato Pedro Di Nezio, climatologo dell'Università del Texas e autore principale dello studio.

Un dato interessante emerso dallo studio è che l’evento previsto per i prossimi decenni potrebbe ripetersi in modo simile a come si è manifestato circa 21.000 anni fa sempre nell'oceano Indiano durante il picco dell’ultima glaciazione. A testimoniarlo sono i gusci fossili di foraminiferi, descritti in un articolo del 2019 pubblicato da alcuni degli stessi autori del nuovo studio. Curiosamente, le condizioni glaciali del lontano passato avrebbero lo stesso effetto sull’Oceano Indiano dell’attuale riscaldamento climatico.