Via della Conciliazione mostra San Pietro, ma nasconde un segreto: per costruirla venne distrutto un quartiere intero
Oggi via della Conciliazione regala una vista maestosa su San Pietro, a Roma, ma per costruirla fu sacrificato un intero quartiere popolare: la Spina di Borgo, cuore pulsante della Roma antica, spazzata via a colpi di piccone.

Nel cuore di Roma c’è una strada che ogni giorno viene percorsa da migliaia di turisti e fedeli, e che in questa primavera 2025 è tornata al centro dell'attenzione mediatica internazionale a seguito della morte di papa Francesco e dell'elezione del nuovo papa, Leone XIV.
Ma ciò che molti ignorano è che questa via, così scenografica, non è antica: ha meno di un secolo di vita e il suo tracciato fu aperto abbattendo un intero quartiere storico, la cosiddetta Spina di Borgo.
La storia di Via della Conciliazione, a Roma: una strada molto recente
Per molti secoli l'accesso a San Pietro non avveniva attraverso Via della Conciliazione, la grande strada di cui stiamo parlando in questo articolo. Prima di arrivare al colonnato di Bernini, ed entrare quindi nella scenografica e splendida Piazza San Pietro, bisognava attraversare un dedalo di viuzze, cortili, chiese e case popolari di origine medievale.
Arrivare a San Pietro dopo aver attraversato questi piccoli vicoli, che fino all'ultimo nascondevano la monumentale imponenza della Basilica e della Piazza, produceva un effetto speciale, come raccontato dai testimoni del passato.

La sorpresa di entrare nel colonnato, così grande e monumentale, dopo aver percorso stretti vicoli, era enorme.
La demolizione ad opera del regime fascista
Tra il 1936 e il 1950, in modo massiccio nel pieno dell’era fascista e poi nei primi anni della ricostruzione postbellica, ruspe e picconi rasero al suolo tutto: centinaia di edifici demoliti, decine di chiese spostate o distrutte, migliaia di persone costrette a lasciare le loro abitazioni.
L’idea di “aprire” la visuale verso San Pietro non era nuova. Già durante il Seicento, sotto papa Alessandro VII, si erano ipotizzate modifiche urbanistiche per creare un asse diretto verso la basilica. Ma fu Mussolini a realizzarlo, nel quadro della riconciliazione tra Stato italiano e Santa Sede dopo i Patti Lateranensi del 1929.
Il risultato fu la “Via della Conciliazione”, pensata come simbolo del nuovo rapporto tra Chiesa e regime, ma anche come operazione di propaganda architettonica.
Il quartiere scomparso
La Spina di Borgo, con il suo impianto medievale, rappresentava l’antitesi di questa visione: era popolare, disordinata, stratificata. In breve tempo, fu dichiarata “insalubre” e sacrificata sull’altare della monumentalità.
Alcuni edifici, come il Palazzo dei Convertendi o la chiesa di Santa Maria in Traspontina, furono smontati e ricostruiti più indietro, come scenografie lungo la nuova via. Altri scomparvero per sempre. Tra le tante aree scomparse a colpi di piccone, anche la storica e antica piazza Scossacavalli.
Oggi, pochi ricordano quel quartiere perduto. Non ci sono lapidi, né segni evidenti del passato sotto la regolarità dei palazzi moderni. Ma la ferita urbana è ancora leggibile, per chi la cerca: nel brusco stacco tra via di Porta Castello e via della Conciliazione, nel disegno irregolare dei vicoli sopravvissuti ai margini, nei nomi delle strade rimaste.
Molto materiale fotografico e testimonianze visive per capire e conoscere come si presentava il quartiere sparito si trovano inoltre nel sito Roma Sparita, prezioso archivio collettivo che documenta la città com’era prima degli sventramenti del XX secolo.
Insieme a fonti come Roma moderna di Italo Insolera, la Guida del Touring Club e gli archivi storici comunali, permette oggi di ricostruire, almeno in parte, l’identità cancellata della Spina di Borgo. Una Roma che non c’è più, ma che resiste nella memoria di chi la cerca tra le pieghe della città visibile.
Infine, un'altra grande modifica che ha subito quest'area, insieme a tanti altri quartieri centrali di Roma, è la composizione dei residenti. Si trattava di quartieri popolari fino a pochi decenni fa, vissuti e abitati da romani, oggi sono in gran parte formati da appartamenti turistici e uffici.
Fonti della notizia
Roma Sparita – https://www.romasparita.eu