Via della Conciliazione mostra San Pietro, ma nasconde un segreto: per costruirla venne distrutto un quartiere intero

Oggi via della Conciliazione regala una vista maestosa su San Pietro, a Roma, ma per costruirla fu sacrificato un intero quartiere popolare: la Spina di Borgo, cuore pulsante della Roma antica, spazzata via a colpi di piccone.

via conciliazione
Via della Conciliazione a Roma permette un ingresso monumentale in Piazza San pietro, ma esiste da meno di 100 anni, frutto della demolizione di un antico quartiere.

Nel cuore di Roma c’è una strada che ogni giorno viene percorsa da migliaia di turisti e fedeli, e che in questa primavera 2025 è tornata al centro dell'attenzione mediatica internazionale a seguito della morte di papa Francesco e dell'elezione del nuovo papa, Leone XIV.

Si apre in linea retta tra Castel Sant’Angelo e la Basilica di San Pietro, incorniciata da palazzi monumentali in un’immagine ormai familiare per molti, perché è la grande via di accesso che permette di entrare nella grande e famosa piazza romana e nel colonnato di Bernini.

Ma ciò che molti ignorano è che questa via, così scenografica, non è antica: ha meno di un secolo di vita e il suo tracciato fu aperto abbattendo un intero quartiere storico, la cosiddetta Spina di Borgo.

La storia di Via della Conciliazione, a Roma: una strada molto recente

Per molti secoli l'accesso a San Pietro non avveniva attraverso Via della Conciliazione, la grande strada di cui stiamo parlando in questo articolo. Prima di arrivare al colonnato di Bernini, ed entrare quindi nella scenografica e splendida Piazza San Pietro, bisognava attraversare un dedalo di viuzze, cortili, chiese e case popolari di origine medievale.

La piazza era circondata da un quartiere molto simile a quelli che ancora oggi possiamo trovare in altre aree del centro di Roma, come Trastevere o Monti.

Arrivare a San Pietro dopo aver attraversato questi piccoli vicoli, che fino all'ultimo nascondevano la monumentale imponenza della Basilica e della Piazza, produceva un effetto speciale, come raccontato dai testimoni del passato.

piazza san pietro
Così era la vista da San Pietro all'inizio del '900: al posto di Via della Conciliazione, un quartiere pieno di voli e palazzi antichi.

La sorpresa di entrare nel colonnato, così grande e monumentale, dopo aver percorso stretti vicoli, era enorme.

La demolizione ad opera del regime fascista

Tra il 1936 e il 1950, in modo massiccio nel pieno dell’era fascista e poi nei primi anni della ricostruzione postbellica, ruspe e picconi rasero al suolo tutto: centinaia di edifici demoliti, decine di chiese spostate o distrutte, migliaia di persone costrette a lasciare le loro abitazioni.

La demolizione di antichi quartieri a Roma non è avvenuta solo a San Pietro: nel XX secolo venne aperta via dei Fori Imperiali, tra Colosseo e Piazza Venezia, e vennero rasi al suolo altri rioni medievali.

L’idea di “aprire” la visuale verso San Pietro non era nuova. Già durante il Seicento, sotto papa Alessandro VII, si erano ipotizzate modifiche urbanistiche per creare un asse diretto verso la basilica. Ma fu Mussolini a realizzarlo, nel quadro della riconciliazione tra Stato italiano e Santa Sede dopo i Patti Lateranensi del 1929.

Il risultato fu la “Via della Conciliazione”, pensata come simbolo del nuovo rapporto tra Chiesa e regime, ma anche come operazione di propaganda architettonica.

Il quartiere scomparso

La Spina di Borgo, con il suo impianto medievale, rappresentava l’antitesi di questa visione: era popolare, disordinata, stratificata. In breve tempo, fu dichiarata “insalubre” e sacrificata sull’altare della monumentalità.

Alcuni edifici, come il Palazzo dei Convertendi o la chiesa di Santa Maria in Traspontina, furono smontati e ricostruiti più indietro, come scenografie lungo la nuova via. Altri scomparvero per sempre. Tra le tante aree scomparse a colpi di piccone, anche la storica e antica piazza Scossacavalli.

Oggi, pochi ricordano quel quartiere perduto. Non ci sono lapidi, né segni evidenti del passato sotto la regolarità dei palazzi moderni. Ma la ferita urbana è ancora leggibile, per chi la cerca: nel brusco stacco tra via di Porta Castello e via della Conciliazione, nel disegno irregolare dei vicoli sopravvissuti ai margini, nei nomi delle strade rimaste.

Per capire però com'era quell'antico quartiere si può passeggiare per il rione Borgo, che si trova vicino San Pietro, dove ancora sopravvivono alcune strade antiche.

Molto materiale fotografico e testimonianze visive per capire e conoscere come si presentava il quartiere sparito si trovano inoltre nel sito Roma Sparita, prezioso archivio collettivo che documenta la città com’era prima degli sventramenti del XX secolo.

Insieme a fonti come Roma moderna di Italo Insolera, la Guida del Touring Club e gli archivi storici comunali, permette oggi di ricostruire, almeno in parte, l’identità cancellata della Spina di Borgo. Una Roma che non c’è più, ma che resiste nella memoria di chi la cerca tra le pieghe della città visibile.

Infine, un'altra grande modifica che ha subito quest'area, insieme a tanti altri quartieri centrali di Roma, è la composizione dei residenti. Si trattava di quartieri popolari fino a pochi decenni fa, vissuti e abitati da romani, oggi sono in gran parte formati da appartamenti turistici e uffici.

Fonti della notizia

Roma Sparita – https://www.romasparita.eu