Glossario meteo: uragano, ciclone, medicane, tempesta e altri termini: qual è il loro significato e quali differenze?

In occasione di eventi meteorologici estremi, è comune utilizzare termini come uragano, ciclone, medicane, tempesta. Cosa significano esattamente? E’ essenziale comprendere le definizioni di questi termini per fare corretta informazione e per prepararsi appropriatamente in caso di eventi estremi meteo. Facciamo chiarezza anche sulla presunta bomba d'acqua.

Spettacolare ma violento uragano visto dalla Stazione Spaziale Internazionale. Uragano è un termine corrispondente al ciclone tropicale, da non usare per i nostri normali cicloni extratropicali delle medie latitudini.

In occasione di eventi estremi come la recente tempesta Ciaràn il mondo dell’informazione e dei siti meteo amatoriali, professionali e anche istituzionali fa spolvero di vari termini quali, come indicato nel titolo, Uragano, Ciclone, Medicane, Tempesta e tanti altri.

Non deve stupire che alcuni termini sono ostici al largo pubblico, alcuni sono anche termini in lingua inglese o apparentemente strani come medicane. Del resto ogni disciplina ha la sua termologia tecnica, alcune in economia, politica e anche medicina sono ormai di uso comune. Proviamo però a far chiarezza su alcune definizioni proprio della meteorologia.

Ciclone

Tutte le nostre perturbazioni sono convogliate da un “ciclone”, ma alle nostre latitudini sono di tipo extratropicale, da non confondere con i cicloni tropicali o uragani di cui parleremo dopo. Ciclone è di fatto qualsiasi zona di bassa pressione, altro termine usato, più morbido se vogliamo, è depressione. Il significato è lo stesso. Anche il Mar Mediterraneo è sede di cicloni, per esempio è frequente la ciclogenesi sul Golfo di Genova.

Alcuni cicloni extratropicali per le loro caratteristiche possono portare danni molto simili agli uragani o perfino peggiori. Basti ricordare Vaia nell’ottobre 2018 o la recente tempesta Ciaràn, nome che in realtà era riferito al ciclone extratropicale che l’ha portata.

In questi potenti cicloni il vento può superare anche la soglia di uragano, corrispondente a forza 12 della Scala Beaufort. Attenzione però che questo non rende “uragano” dal punto di visita fisico il sistema associato.

I cicloni delle medie latitudini infatti prendono energia dal contrasto termico delle masse d’aria. Gli uragani veri e propri la prendono dall’evaporazione e successiva condensazione della massa d’aria con rilascio di calore latente.

In questa immagine si nota un profondo ciclone extratropicale, in questo caso corrispondente alla classica "depressione islandese", figura semipermanente dell'oceano Atlantico. Pur avendo un occhio, nel sistema si nota il fronte freddo, fronte caldo e fronte occluso.

Uragano

Il termine uragano compare spesso in occasione di episodi di maltempo o di eventi estremi. Di per se, alle nostre latitudini non dovrebbe però quasi mai comparire, salvo per definire la forza del vento quando supera come velocità media i 119 km/h.

L’uragano è un fenomeno tipico dei tropici, e specificatamente dell’oceano Atlantico, Caraibi e Pacifico orientale. Hurricane, da Dio del Vento nelle popolazioni indigene caraibiche, è il nome dato in queste zone ai cicloni tropicali. Tifone non è altro che il nome popolare del ciclone tropicale nell’oceano Pacifico occidentale.

Veri uragani in Europa sono rari, salvo sporadici arrivi di sistemi tropicali spesso declassati a tempesta tropicale nelle coste atlantiche occidentali.

E il Medicane?

Sul Mediterraneo non possono formarsi veri e proprio uragani, per ragioni geografiche e fisiche. Si possono però formare sistemi che hanno caratteristiche simili, i TLC Tropical Like Cyclone o "Medicane". Questo termine è una contrazione delle parole "MEDITerranean hurriCANES" ovvero "uragano mediterraneo".

Un tratto distintivo di questi eventi meteorologici è l'esistenza di un "occhio del ciclone" al loro centro, una regione priva di nubi circondata da bande di nuvole convettive, accompagnate da temporali e venti intensi che ruotano in senso antiorario nell'emisfero settentrionale.

Altri termini

Sono tanti i termini più o meno tecnici associati a vari fenomeni. Ne elenchiamo altri, rimandando coi link ad articoli specifici di approfondimento.

Il tornado è invece un fenomeno molto localizzato e breve durata, ma distruttivo. In pratica è un cono pendente da una nube temporalesca a supercella che ruota su se stesso con venti impetuosi. Ricordiamo che tornado e tromba d’aria sono la stessa cosa.

Ricordiamo che tornado e tromba d’aria sono la stessa cosa.

Non tutti i venti distruttivi dei temporali sono tromba d’aria o tornado, spesso si tratta invece del downburst, vento lineare a raffiche intense discendente da un cumulonembo.

Col termine tempesta secondo il glossario dell’American Meteorological (AMS) si indicano genericamente condizioni meteorologiche avverse e potenzialmente distruttive; le minacce possono includere precipitazioni intense, alluvioni improvvisi/alluvioni fluviali e forti venti.

Il Gelicidio, fenomeno invernale, è un fenomeno di pioggia che congela al suolo, formando insidiose lastre di ghiaccio.

Esiste la bomba d’acqua?

Infine, ricordiamo che la fantomatica bomba d’acqua non esiste nei glossari scientifici. E’ un termine che mai sentirete pronunciare dai meteorologi professionisti. Compare invece purtroppo in siti acchiappa click e in notizie giornalistiche perché fa colpo parlare di “bomba d’acqua”. Il termine corretto è però nubifragio. Anche di questo esiste una definizione dell’AMS: è un termine non ufficiale che andrebbe utilizzato solo quando l’intensità di precipitazione è pari o superiore a 100 mm/ora.