Immense quantità di vapore acqueo sono state osservate dagli astronomi all’interno dei dischi stellari, esattamente nelle regioni del disco dove è in corso o dove si formeranno nuovi esopianeti. L’acqua sui pianeti sembra essere già presente ancor prima della loro formazione.
Sergio Messina
Astronomo - 115 articoliArticoli di Sergio Messina
Quale modo migliore di festeggiare un compleanno per una supernova se non quello di svelare, dopo ben 37 anni di ricerche, la stella di neutroni che si formò nel momento in cui esplose. Si tratta della supernova 1987A, l’unica in epoca moderna la cui esplosione fu visibile ad occhio nudo.
I ghiacci continentali della Groenlandia si stanno sciogliendo rapidamente, lasciando posto alla vegetazione, raddoppiata negli ultimi trent’anni. Di questo passo forse vedremo questa regione così come la videro i Vichinghi più di 1000 anni fa.
È stato scoperto un quasar da record. Si tratta di un buco nero al centro di una lontanissima galassia che ingoia circa un Sole al giorno. Ciò ne fa l’oggetto più luminoso di tutto l’Universo ed il buco nero col maggiore tasso di crescita mai osservato.
La copertura nevosa di questo inverno in Italia è inferiore rispetto ai valori medi di circa il 60%. Le scarse nevicate e il precoce aumento di temperatura hanno ridotto la riserva di acqua ghiacciata su Alpi e Appennini. Ciò suscita serie preoccupazioni per una crisi idrica diffusa nella prossima estate.
Sembrerebbe paradossale ma è una fortuna che la temperatura degli oceani continui ad aumentare. Infatti, sebbene il riscaldamento degli oceani rappresenti un gravissimo danno per il sistema climatico terrestre, non è il peggiore. Vediamo di capire il senso di questa affermazione.
Se ne conoscono appena 130 su un totale di oltre 5500 esopianeti e vengono chiamati USP - Ultra Short Period - poiché compiono un’intera rivoluzione attorno alla propria stella in poche ore. Quello più recentemente scoperto è Wolf 327 b. Vediamone le caratteristiche.
Lo scontro tra due galassie è un evento cosmico distruttivo. Tuttavia, se da un canto le galassie collidenti perdono la loro originaria identità, d’altro canto lo scontro innesca processi di formazione stellare molto efficienti a dispetto della loro età.
Le SuperTerre, sebbene assenti nel Sistema Solare, sono una tipologia comune di esopianeta. La recente scoperta della SuperTerra TOI 715 b, ha catalizzato l'attenzione della comunità scientifica. Ecco perché.
E' curioso, se non paradossale, come il riscaldamento globale e la conseguente terribile crisi climatica che stiamo vivendo si origini da uno sbilanciamento tra energia in ingresso (proveniente dal Sole) ed in uscita (emessa dalla stessa Terra) di appena mezzo watt per metro quadrato. Vediamo insieme come una quantità così esigua stia producendo conseguenze catastrofiche.
A dispetto di quanto si scriva e di quanto concretamente si faccia per ridurre le emissioni di anidride carbonica, la sua concentrazione atmosferica continua ad aumentare inesorabilmente. Non solo, anche il tasso di crescita è sempre maggiore, ogni anno sempre più rapidamente rispetto al precedente. Facciamo il punto della situazione.
Notevolissima la recente scoperta fatta grazie al telescopio James Webb. Nella vicina galassia di Magellano (la Grande Nube di Magellano), nonostante la “giovane” età di circa un miliardo di anni, è stato scoperto un tasso di natalità stellare elevatissimo, tipicamente osservato nell’Universo, ma di ben 10 miliardi di anni fa!
Il bilancio climatico di fine 2023 non dice nulla di buono per i paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Le osservazioni confermano per il mese di Dicembre 2023 temperature dell’aria superiori alla media e condizioni di siccità anch’esse superiori alla media del periodo. Vediamo più nel dettaglio.
Le ultime osservazioni del mese di Dicembre confermano come il 2023 sia stato un anno record anche nella riduzione dell’estensione della banchisa sia artica sia antartica. La riserva stagionale di ghiaccio continua a ridursi in maniera significativa sia al polo Sud ma ancor più al polo Nord, confermando l’andamento e i ritmi di scioglimento degli ultimi 10 anni.
Il 2024 si apre con la scoperta di un pianeta di tipo roccioso, il pianeta TOI 1726 d, veramente peculiare, primo nel suo genere. Ha un emisfero la cui superficie è di roccia solida, ma l'emisfero opposto è di roccia fusa per le elevatissime temperature.
Si sapeva che le esplosioni di supernova di stelle molto massicce portano alla nascita di stelle di neutroni o buchi neri. Tuttavia, ciò che era stato possibile osservare fino ad oggi era l’esplosione già avvenuta e la stella di neutroni già nata. Finalmente, è stato possibile osservare i due eventi contemporaneamente, l’esplosione e la nascita della stella di neutroni.
Le aurore polari sono comunemente osservate sulla Terra, ma anche su altri pianeti del Sistema Solare. Ma scoprirne una su una nana bruna era l'ultima cosa che si sarebbe aspettato il team di astronomi che l'ha recentemente osservata. È lì dove non potrebbe esistere.
Come i bimbi nati allo scoccare della mezzanotte del nuovo anno, l’esopianeta TOI 700 e è in ordine cronologico il primo pianeta di tipo roccioso scoperto nel 2023. Siamo in attesa di conoscere quale sarà il primo del 2024. Restate sintonizzati.
Quale astronomo non vorrebbe osservare con il telescopio spaziale James Webb? Sono numerosissimi i team di scienziati che presentano proposte di osservazione con questo telescopio. Ma le proposte sono troppe. Chi allora seleziona le proposte migliori e secondo quali criteri?
La storia della stella beta Pictoris è emblematica di storie di altre stelle che osservate per anni, con diversi strumenti via via più potenti non hanno smesso di rivelare nuove caratteristiche sempre più interessanti, dal disco di detriti, alla presenza di esocomete all’esistenza di almeno due pianeti. La nuova generazione di telescopi non mancherà di rivelare ulteriori sorprese.